BAGMAN

Locandina Un film di Colm McCarthy. Con Sam Claflin, Antonia Thomas, Sharon D. Clarke, Steven Cree, Adelle Leonce, William Hope, Frankie Corio, Henry Pettigrew, Neil Linpow. Genere Horror - USA, 2024. Durata 92 minuti circa.Una creatura misteriosa e terrificante che viene dal passatoSi narra di un'antica e malefica creatura che si nasconde nell'oscurità, nutrendosi delle paure dei bambini e trascinandoli via per sempre.di Roberto Manassero


Trama

Il quarantenne Patrick, costretto per questioni economiche a tornare nella casa di famiglia e ad affiancare il fratello nella gestione dell'azienda avuta in eredità dal padre, si ritrova braccato dalla misteriosa e malefica creatura che ha terrorizzato la sua infanzia. Si tratta del "bagman", abita in una grotta un tempo adibita a miniera e si alimenta delle paure dei bambini e degli adolescenti che rapisce, uccide e poi meticolosamente rinchiude nella sua sacca (in inglese, bag), ed è tornato per perseguitare il bambino di Patrick. Per sconfiggerlo l'uomo dovrà affrontare il suo passato e rivivere il trauma nel suo presente.

Diretto da un regista più a suo agio con il formato breve televisivo (sue le regie di episodi di celebri serie come Black Mirror, Sherlock, Doctor Who, Peaky Blinders), l'inglese McCarthy gira negli Stati Uniti un horror che riprende senza inventare nulla sulla figura dell'uomo nero.

Bagman, del resto, è la variazione di altre creature ben più mostruose della tradizione horror letteraria e cinematografica, abitanti delle viscere che salgono in superficie come raffigurazione del rimosso dei personaggi. La sola cosa che di norma un film di genere è chiamato a fare è trovare una formula nuova per ribadire dell'ovvio - e ciò che Bagman fa, a parte giocare con l'assonanza fra il titolo e il boogieman, cioè l'uomo nero, è inventarsi la faccenda della borsa come strumento dell'orrore. Per il resto, non c'è nemmeno da fare troppa strada per trovare un modello alla creazione del quasi esordiente sceneggiatore John Hulme, e cioè il fantomatico «it» del romanzo di Stephen King, un'entità multiforme che si risveglia ogni 27 anni e tormenta chi l'ha veduto.
L'uomo nero di Bagman è sghembo, storpiato, e nella sua caratteristica borsa ripiega le sue vittime riducendole a materia grezza. L'unica idea di un certo interesse del film riguarda proprio la trasformazione del corpo umano in qualcosa di concreto, di materiale, come i pupazzi di legno con cuore meccanico che si trovano nella grotta. Bagman dà dunque letteralmente corpo alle paure di bambini e adolescenti (o degli adulti psicologicamente rimasti tali, come Patrick), lasciando resti tangibili del suo passaggio e costringendo il protagonista (interpretato dal poco espressivo Sam Claflin) a un ritorno al passato tanto fisico quanto mentale (e pure narrativo, con un uso estensivo del flashback).
Qui in realtà iniziano e finiscono le qualità del film di McCarthy, che ha la forma e l'andatura di un prodotto di serie Z ed è tirato via tanto nello stile quanto nella recitazione: la luce è piatta, la paura suscitata poca (o nulla), e il sangue ancora meno. Se poi al tema della minaccia al nucleo familiare americana si accompagna anche quello della crisi economica, quasi Bagman fosse una metafora di un malessere non solo psicologico ma pure sociale, il tentativo di nobilitare il genere è maldestro, perché l'horror, da sempre genere capace di farsi specchio dei tempi, non ha certo bisogno di sottolineature e suggerimenti allo spettatore.
McCarthy di suo ci aggiunge poco, qua e là qualche jumpscare, e la sceneggiatura ha il solo pregio di non allestire l'ennesimo e non auspicabile sequel, quasi gli autori sapessero di marciare nell'ovvio. Se non fosse che, fatto e terminato questo dimenticabilissimo horror, sappiamo tutti che a breve ne arriverà un altro uguale.
Ma cosa aspettarsi, dopotutto, da una frase di lancio come: «Dai creatori di Gli occhi del diavolo e di The Strangers - Capitolo 1»? Chi li ricorda?