IL VIAGGIO DEL PRINCIPE

Locandina Un film di Jean-François Laguionie, Xavier Picard. Genere Animazione - Francia, Lussemburgo, 2019. Durata 77 minuti circa.


Trama

In un mondo in cui le scimmie parlano e vivono come gli umani, un anziano primate viene ritrovato su una spiaggia: è ferito, perduto, e soprattutto viene da un altro mondo ed è il principe decaduto di una popolazione sconosciuta. Considerato un prezioso soggetto di studio, il vecchio viene preso in custodia e nascosto dal piccolo Tom e dai suoi genitori, due ricercatori da sempre convinti dell'esistenza di altre forme di vita intelligenti e per questo esclusi dalla rigidissima accademia delle scienze. Con il passare dei giorni tra il "prigioniero" e il bambino nasce un rapporto profondo, che porterà entrambi ad evadere dallo studio e ad avventurarsi nella grande città...

Ispirata a Scimmie come noi, film d'animazione del maestro dell'animazione francese Jean-François Laguionie, una favola sulla convivenza fra popolazioni e sul rapporto tra scienza e natura.

Il film precedente di Jean-François Laguionie, Le stagioni di Louise (2016), fu per molti una rivelazione: un'opera toccante sulla vecchiaia e sulla morte che con colori pastosi e sfumature leggere creava un mondo astratto attraversato da immagini libere e sorprendenti.

Il viaggio del principe, realizzato nel 2019, scritto dal solo Laguionie e diretto in coppia con Xavier Picard, riprende la medesima animazione sognante dai tratti leggeri ed eterei, senza però inserti fantasiosi. Ambientato in un'epoca indistinta che rimanda al tardo Ottocento, alle sue scoperte tecnologiche e alle sue ricerche in campo etnografico, il film si serve di un approccio più realistico, per quanto in realtà fiabesco, per allestire una metafora sui rapporti fra gli esseri viventi e fra la natura e la scienza.

Il vecchio principe protagonista è uno straniero che giunge in un mondo civilizzato in tutto e per tutto simile all'umanità, convinta della propria grandezza e metaforicamente chiusa nella grande città che ha costruito strappando terreno alla foresta. La supremazia della scienza sull'istinto è il tratto fondamentale della società in cui vivono il piccolo Tom e i suoi genitori scienziati, i quali sono mossi da un approccio più aperto e dubbioso nei confronti dell'altro e della conoscenza.

Come ha detto lo stesso Laguionie, «mai come alla fine del XIX secolo l'uomo si è sentito superiore alla natura e a tutti quelli che, secondo il suo punto di vista, non avevano raggiunto lo stesso grado di evoluzione». Da qui l'idea di raccontare nel film uno scontro di civiltà che ricorda da vicino analoghe atmosfere dell'animazione giapponese (non solo Miyazaki, ma anche Katsuhiro Otomo) e si presta a diventare una riflessione sul destino dell'umanità e sui limiti della conoscenza.

Ciò che in Scimmie come noi era declinato in una chiave fanciullesca e avventurosa, in Il viaggio del principe assume i toni di un racconto orale: la voce narrante del principe incornicia il racconto in un'atmosfera malinconica; il rapporto fra l'anziano e il bambino è ammantato di un romanticismo semplice e immediato; la rappresentazione di una natura incontaminata che poco alla volta si riprende i propri spazi (come nelle bellissime sequenze della metropoli minacciata da alberi e rami e del tram che si perde nell'oscurità della selva) suona come un'ammonizione collettiva.

Il viaggio del principe è semplicemente un film ecologista e antirazzista. Un film in cui dominano prigioni, gabbie, strutture in ferro e cemento che poco alla volta vengono aperte, superate, distrutte. La stessa tecnica d'animazione, con il progressivo ingresso dei protagonisti nella natura perde la dimensione eterea e si fa più concreta, più viva. Dalla città delle scimmie antropomorfiche si passa alle vette degli alberi, dove creare una nuova civiltà (non importa se di scimmie o di essere umani): il messaggio più bello viene perciò da questo passaggio dal basso verso l'alto, dall'etereo al concreto, con le immagini che recano i segnali della liberazione invocata dai due registi.