SEMINA IL VENTO

Locandina Un film di Danilo Caputo. Con Yile Yara Vianello, Caterina Valente (II), Espedito Chionna, Feliciana Sibilano. Genere Drammatico - Italia, Francia, Grecia, 2020. Durata 91 minuti circa.Riappropriarsi delle proprie radiciNica, 21 anni, abbandona gli studi d'agronomia e torna a casa. Lì trova un padre sommerso dai debiti e una terra inquinata. Tutto sembra perduto, ma Nica è una donna forte, e non si arrende facilmente.di Giancarlo Zappoli


Trama

Dopo 3 anni di assenza, Nica, studentessa di agronomia, torna nel suo paese in Puglia. Qui trova una situazione complessa: gli uliveti di proprietà della famiglia sono stati invasi da un parassita, il padre è pronto a qualsiasi compromesso pur di portare a casa soldi, la madre versa in una sorta di depressione a causa della mancata apertura di un negozio che avrebbe voluto gestire. Nica però non ha dimenticato i valori che la nonna le ha trasmesso e si impegna, contro tutto e tutti, per trovare una soluzione.

Dopo La mezza stagione, e dopo aver trovato lavoro come postino a Parigi, Danilo Caputo, come la sua Nica, non si arrende e torna a fare cinema nella sua terra.


Ci sono pseudoregisti che potrebbero essere ottimi postini ma che si ostinano a dirigere pseudofilm. C'è, fortunatamente, un postino (che sarà sicuramente bravo) che non rinuncia a fare il regista e si fa valere ricordandoci indirettamente il monito di una canzone di Bruce Springsteen: "No retreat no surrender". Caputo non si vuole arrendere al 'vivi e lascia vivere' che mette in bocca alla madre di Nica quando questa intende ribellarsi a un sopruso apparentemente banale (un compaesano che si toglie l'immondizia da casa depositandola davanti all'abitazione dei genitori della ragazza) rispetto al più grave tema che il film affronta.

Siamo davanti a un film che senza falsi pudori ma anche senza gridare slogan, evidenzia come talvolta basterebbe un po' più di ricerca e di impegno per superare ostacoli solo apparentemente insormontabili.

Nica ama la terra che ha lasciato e a cui torna per mettere in pratica ciò che ha appreso nei laboratori universitari. Si trova però davanti un mondo al contempo troppo 'moderno' (nel senso deteriore del termine) e troppo 'antico' (con una religiosità più da festa patronale che da fede vissuta e praticata). Resta qualche rito atavico che chi è anziano continua a ritenere valido ma che rischia di essere travolto dagli sversamenti industriali. "Chi semina il vento raccoglie tempesta" recita un proverbio popolare ma quello di Caputo non è un film pessimista. Si assume il compito, con l'ottimismo della volontà, di ricordare che non tutto è perduto e che nelle giovani generazioni si può ancora trovare un antagonismo positivo attrezzato per combattere parassiti naturali, ideologici e sociali.