THE CROW - IL CORVO

Locandina Un film di Rupert Sanders. Con Bill Skarsgård, Laura Birn, Danny Huston, Jordan Bolger, FKA Twigs, Sami Bouajila, Isabella Wei, Jim High, David Bowles, Dukagjin Podrimaj. Genere Azione - Gran Bretagna, Francia, USA, 2024. Durata 111 minuti circa.C'era bisogno del reboot di un film che ha già un posto unico nella memoria e nel cuore di molti spettatori?Il leggendario e iconico personaggio della graphic novel di James O'Barr, rivisitato in questa nuova versione cinematografica diretta da Rupert Sanders.di Paola Casella


Trama

Eric Draven ha un passato oscuro del quale sappiamo solo che ha perso le persone e le creature che amava, e ora è internato in una struttura per la riabilitazione dalle tossicodipendenze. Shelly Webster è una ragazza che ha ricevuto un video compromettente, e lei e tutti coloro che hanno avuto parte in quel video sono entrati nel mirino di Mister Roeg, un uomo che si nutre del sangue delle creature innocenti nel tentativo di vivere in eterno e parla loro all'orecchio spingendole al suicidio. Per sfuggire a Roeg, Shelly viene catturata dalla polizia che la ricovera nella stessa struttura dove è rinchiuso Eric. I due si incontrano ed è amore a prima vista, ma dopo una parentesi di assoluta felicità vengono intercettati dai sicari di Roeg, che condannano l'una all'inferno, l'altro a vagare in una terra di mezzo e a cercare vendetta tornando nel mondo dei vivi come un non-morto capace di rigenerarsi - non senza dolore - all'infinito.
Crow - Il corvo è il reboot, 30 anni dopo, di Il corvo - The Crow, film di culto del 1994 che costò la vita al suo attore protagonista Brandon Lee, figlio della star dei kung fu movie Bruce, e a sua volta ispirato alla graphic novel di James O'Barr. Questa volta il protagonista è interpretato da Bill Skarsgård e la parte dedicata all'amore fra lui e Shelly (la cantautrice e ballerina inglese FKA twigs, già apparsa in Honey Boy) deve molto all'iconografia dei romance young adult, in particolare alla saga di Twilight - il che corrisponde poco all'impianto gotico della graphic novel originale. Fisicamente inoltre il personaggio del Corvo sembra un incrocio fra il Joker di Joaquin Phoenix e il clown Pennywise interpretato in It dallo stesso Skarsgård.
La sceneggiatura dà molto più tempo filmico al personaggio femminile di Shelly, ma in realtà non verremo a sapere molto di lei, così come non sapremo nulla del passato di Eric, come se la produzione tenesse serbo la possibilità di espandere con una o più back stories nel prossimo futuro. Ma il risultato, per questo film, è di abbozzare appena i personaggi, senza operare le scelte nitide di caratterizzazione di O'Barr, che in poche immagini e dialoghi metteva bene a fuoco il suo protagonista, lasciando invece Shelly nell'indefinito idealizzato del suo ricordo. E l'elemento ossessivo e disturbante della storia, quell'aspetto livido e lurido che caratterizzava sia la graphic novel che il film con Brandon Lee, sembrano qui lasciare il posto ad una confezione filmica patinata che fa da superficie riflettente più che da porto di ingresso nel buio della coscienza.
In passato ci sono già stati ben tre film dedicati al Corvo, e nessuno è riuscito ad ottenere il seguito del cult del '94, alla cui fama ha contribuito non poco l'aura maledetta seguita alla morte di Lee. Questo Corvo, diretto da Rupert Sanders - già regista di Biancaneve e il cacciatore e Ghost in the Shell - si discosta ancora di più dal fumetto originale, mescolando stili e generi cinematografici piuttosto già visti con un tocco del mito di Orfeo ed Euridice, una spruzzatina dei combattimenti frenetici alla John Wick e Guy Ritchie (la scena più riuscita si svolge nel teatro dell'opera) e molto splatter gratuito. Notevoli però le musiche del compositore tedesco Volker Bertelmann, già premio Oscar per All Quiet On The Western Front.
Tutto rimane esteriore, compresa la tristezza esistenziale del protagonista e il suo presunto avventurarsi nelle parti più oscure dell'animo umano. I puristi della leggenda del Corvo resteranno forse perplessi, le nuove generazioni che non conoscono il personaggio di O'Barr (né quello di Lee) forse apprezzeranno questa storia un po' raffazzonata che si conclude con una strizzatina d'occhio alla possibile apertura di un franchise. Ma la domanda resta: c'era bisogno del reboot di un film che ha già un posto unico nella memoria e nel cuore di molti spettatori?