CANNIBAL HOLOCAUST

Locandina Un film di Ruggero Deodato. Con Robert Kerman, Francesca Ciardi, Luca Barbareschi, Salvatore Basile, Paolo Paoloni, Perry Pirkanen, Ricardo Fuentes, Carl Gabriel Yorke, Lionello Pio di Savoia, Luigina Rocchi. Genere Drammatico - Italia, 1980. Durata 95 minuti circa.Un film reo dell'uso spregiudicato e sensazionalistico della violenza che vorrebbe denunciareUna troupe parte per l'Amazzonia ma non fa più ritorno. Due mesi dopo, la produzione finanzia una spedizione di recupero e soccorso guidata dall'antropologo professor Monroe.di Rudy Salvagnini


Trama

Una troupe di spericolati documentaristi d'assalto - composta dal regista Alan, dalla sua fidanzata assistente Shanda e dai cameramen Mark e Jack, oltre che dalla guida locale Felipe - si addentra nella foresta amazzonica alla ricerca di immagini esclusive sulle misteriose tribù, forse cannibali, che vivono nei suoi meandri. Dopo due mesi senza avere notizie della troupe, la produzione finanzia una spedizione di recupero e soccorso guidata dall'antropologo professor Monroe. Avventurosamente e correndo seri rischi nell'inferno verde amazzonico, Monroe scopre che i documentaristi sono morti e riesce a recuperare i filmati che avevano girato, venendo così a conoscenza di una sconcertante e terribile verità.

Film controverso e divisivo come pochi altri nella storia del cinema, Cannibal Holocaust rappresenta insieme l'apice creativo nella carriera di un regista personale come il da poco scomparso Ruggero Deodato.

Il film segna anche l'apice di un particolare sottogenere dell'horror avventuroso come il cannibal movie che, sostanzialmente iniziato con Il paese del sesso selvaggio di Umberto Lenzi, è durato una manciata di anni e di titoli per poi spegnersi lasciando comunque un'eredità e una traccia durature.

Colpisce di questo film l'ambiziosa struttura narrativa che si articola in due parti separate, la seconda delle quali, particolarmente innovativa, introduce il concetto del found footage che sarebbe stato poi usato anni dopo nell'horror di grande successo The Blair Witch Project per diventare poi in se stesso una sorta di abusato sottogenere trasversale con decine di film al suo interno.

Se nella prima parte non mancano qualche ridondanza e alcune lungaggini, pur in un contesto che trae ampio vantaggio dalla lussureggiante ambientazione, è nella seconda parte, quella relativa ai filmati "ritrovati" che un Deodato in grande forma sfodera un'efficacia registica esemplare, ricca di aspra vivacità e di cinica inventiva, non arretrando di fronte a nulla per raggiungere il suo obiettivo di scioccare e sorprendere il pubblico.

Nell'ambito di queste manovre di pura exploitation, con sesso e violenza in primo piano, vi sono purtroppo delle sequenze imperdonabili di vera violenza contro alcuni animali che, benché concettualmente giustificate nel corso degli anni dal regista (in sostanza, gli animali venivano uccisi per essere poi mangiati), restano un pugno nello stomaco per lo spettatore e sono difficili da sostenere.

Non può sfuggire l'ambiguità di un film che nella sostanza condanna in modo non banale e anche incisivo lo sfruttamento della violenza nei media e nello stesso tempo sfrutta a fini commerciali e spettacolari l'oggetto stesso della sua condanna, ma queste sono valutazioni e riflessioni che non inficiano le qualità della messa in scena.

Il film, inutile ribadirlo, non è certo per tutti ed è fortemente sconsigliato a chi non tollera scene di violenza estrema. Chi invece le tollera potrà ancora oggi apprezzare la forza spettacolare e concettuale di un film crudele e spregiudicato nel perseguire i suoi fini, ma anche molto efficace, potente, evocativo e originale, che, al netto di tutta la sua furbizia, si pone delle domande non superficiali sull'atteggiamento dell'uomo civilizzato nei confronti di quelle che ritiene essere razze inferiori e si conclude con una domanda nella quale è concentrato il succo del film: "Mi sto chiedendo chi siano i veri cannibali".

Da sottolineare, oltre alla bellezza delle riprese on location, l'uso interessante della musica, con la colonna sonora spesso struggente e fortemente melodica di Riz Ortolani a commentare, in azzeccato contrasto, scene di grande ferocia.

In un cast di attori per lo più poco conosciuti, spicca la presenza di Robert Kerman, attore attivo soprattutto nel porno, nel ruolo dello sconcertato antropologo. Tra i documentaristi d'assalto c'è un giovane Luca Barbareschi, all'inizio di una carriera che l'avrebbe portato a lidi ben diversi. C'è anche in un piccolo ruolo Paolo Paoloni, famoso come mega presidente fantozziano. Notevole e intensa la prova di Francesca Ciardi in un ruolo molto difficile da intepretare.